La villa settecentesca nel cuore della tenuta è una visione che racconta di tutto ciò che è prezioso. E sa parlare attraverso ogni cosa, dalle sete impalpabili agli stucchi eterei, fino allo scintillio delle luci. Il piano terra, come già secoli fa, è tutto dedicato ai piaceri del giorno: c’è l’intimità del bar e la suggestione della biblioteca. E c’è la cucina, con le sue due sale da pranzo deliziosamente affrescate.
Ma Passalacqua è anche il Palazz, edificio rustico legato al passato del lavoro in tenuta. Ed è anche la Casa al Lago, il magnifico rifugio che dagli anni ’70 sfiora l’acqua e la celebra. Niente di ciò che si vede dall'esterno prepara abbastanza a ciò che attende di essere ammirato all’interno. È questo lo spirito di Passalacqua: riportare il senso di meraviglia nel viaggio e negli occhi, appena varcata la soglia di questo angolo di lago.
Un sogno che si può toccare, fatto di più di venti varietà di marmi pregiati provenienti da Verona, Carrara e non solo. E da un pavimento alla veneziana, posato dalla sapienza degli ultimi artigiani capaci di rendere viva quest’arte. E poi i paralumi Fortuny, i candelabri, le applique e gli specchi di Murano, le tende in taffetà di seta di Como. E ancora le stampe, le opere d'arte e gli oggetti di antiquariato che la famiglia De Santis ha saputo mettere insieme dai mercati e dalle aste di tutta Italia.
Il restauro di Passalacqua racconta una storia affascinante di artigianalità italiana e attenzione ai dettagli. Una storia che rende eterna la mano ferma del soffiatore di vetro e che celebra il movimento delicato di scalpello dell’intagliatore di legno. Ma senza mai diventare museo polveroso: che qui ciò che importa non è l’eleganza che resta fine a se stessa, ma piuttosto quella che sa prodigare il suo abbraccio caldo e profumato.