È il 1787. C’è grande attesa a Moltrasio, nella serata rischiarata da centinaia di torce nell’incanto dei giardini fioriti. Il via vai delle carrozze degli aristocratici in marsina fa il controcanto all’organza delle signore incipriate. A un tratto tutto si fa silenzio. Un attimo dopo, la musica vibra nell’aria. Sta iniziando il concerto. La curiosità illumina lo sguardo di ognuno: sono tutti qui per scoprire la nuova, grande Villa del Lago di Como.
Ed eccola, la Villa, frutto del genio di Carlo Felice Soave, architetto milanese che per darle corpo ha reimmaginato l’antico possedimento di Papa Innocenzo XI. Non per sé ma per Andrea Lucini-Passalacqua, Conte e rampollo della famiglia più nobile di questo scorcio di lago.
Il fulcro della villa è nella Sala della Musica, magnifico cuore del capolavoro neoclassico disegnato da Soave. E oggi riportata a nuova, vibrante vita, a due secoli da quando a passeggiarla era l’erede di Andrea, il Conte Alessandro, appassionato di musica e amico dell’eterno Vincenzo Bellini. Che proprio qui, nel 1831, tra queste mura votate alle Muse, compose La Sonnambula.
E il tempo passa. È il 1890 e l’ultimo dei Lucini-Passalacqua muore senza eredi: la villa passa di mano. Non una, ma più volte, abitata da una baronessa dell’Est con la passione per le auto veloci come da un solitario antropologo ungherese. Ospitando negli anni, tra gli altri, anche quel gigante del Novecento che è Winston Churchill.
E siamo all’oggi. È il 2018 quando Villa Passalacqua diventa della famiglia De Santis, che su queste sponde ha il cuore delle radici e il privilegio di una gemma già tutta sua, il celebre Grand Hotel Tremezzo. Da lì in poi, è ritorno allo splendore: un lavoro lungo tre anni per restituirlo alla Villa, e per consegnarlo intatto ai suoi ospiti e al mondo.