Le ville hanno bisogno di cure, proprio come le persone

“Sono nata in Val d’Intelvi, non lontano dal lago”, racconta Adriana. “Con mio marito abbiamo vissuto a Milano per un po’, ma la città non faceva per noi. Così, dopo aver cresciuto tre figli, siamo tornati qui, stavolta proprio sul lago, dove siamo diventati custodi di Villa Passalacqua. Le ville hanno bisogno di cure, proprio come le persone”.

“E se mio marito si è appassionato di manutenzione e giardinaggio, a me è sempre piaciuto rendermi utile facendo un po’ di tutto, ad esempio cucinando o facendo da tata per alcuni dei bimbi in vacanza con le loro famiglie. Era bello preparare per loro la pasta fresca con la salsa di pomodoro, che è una delle cose più semplici del mondo. Eppure, non c’è niente di meglio”.

“Ero già grande quando i miei genitori si trasferirono a Moltrasio”, aggiunge Fabio, “e all'inizio ci trascorrevo soprattutto i fine settimana e le vacanze. Ma presto mi innamorai del paese e di Villa Passalacqua. La famiglia De Santis sapeva del mio profondo legame con questo luogo e che i miei genitori, che ora sono in pensione, ne erano stati custodi con i precedenti proprietari: così, quando mi hanno chiesto se volessi seguire le orme dei miei, e trasferirmi alla Villa, ho colto l'occasione al volo”. 

“Lavorare qui non è come farlo tra quattro mura: sto all’aperto per gran parte della giornata, in questo incredibile giardino illuminato dal sole con vista sul lago. Anche quando il lavoro è duro, è molto diverso da una giornata trascorsa in ufficio”.

“Le persone che vivono a Moltrasio sono molto orgogliose della villa e di tutti i personaggi illustri che l’hanno visitata e vissuta. Molti degli abitanti più anziani ricordano ancora i loro giochi da bambini nel giardino e la baronessa che viveva qui che li faceva entrare dal piccolo ingresso laterale che dà sul vicolo a gradini, che qui chiamano La Scala Santa”.

“Uno dei segreti più suggestivi della Villa è il passaggio sotterraneo che dalle cantine conduce fino al lago, con le piccole nicchie che venivano utilizzate per riporre vino e cibi e che oggi regalano refrigerio naturale nelle calde giornate estive”.

“Lavorare qui non è come farlo tra quattro mura: sto all’aperto per gran parte della giornata, in questo incredibile giardino illuminato dal sole con vista sul lago. Anche quando il lavoro è duro, è molto diverso da una giornata trascorsa in ufficio.”