Non si tratta di curare solo un progetto, ma un'esperienza

Ho avviato La DoubleJ, il mio brand di moda e lifestyle, collaborando con storici marchi italiani, concentrandomi innanzitutto sulle donne più creative di Milano. Si potrebbe dire che la mia ricetta segreta stia nel prendere un po’ del know-how, della tradizione, della qualità e della storia di queste aziende italiane e nel miscelare questi ingredienti con il colore e l’informalità. Penso che sia questo a dare vita al Joy-factor di La DoubleJ.

Otto mesi prima dell'apertura dell'hotel, Valentina e i suoi genitori mi invitarono a visitare i lavori in pieno svolgimento a Passalacqua. Le piaceva l'idea di dare all'area della piscina il tocco distintivo di La DoubleJ e ho colto al volo l'opportunità: mi appariva come una convergenza di energie che doveva accadere, anche se era una cosa un po’ diversa da tutto ciò che avevo fatto fino a quel momento.

A La DoubleJ, è stato il nostro primo, vero progetto di interior design, che in questo caso comprendeva anche gli esterni. Avevamo già progettato mobili, oggetti per la casa, mise en place da tavola, ma questa era la prima volta che pensavamo seriamente non solo al lato estetico, alle stampe, alle forme e ai colori, ma anche a come le persone avrebbero vissuto lo spazio.

"A Valentina piaceva l'idea di dare all'area della piscina il tocco distintivo di La DoubleJ e ho colto al volo l'opportunità: mi appariva come una convergenza di energie che doveva accadere."

Passalacqua è davvero unica perché mentre scivoli sul lago in barca è facile passarle accanto senza vederla: come ogni cosa bella in Italia, è un po’ nascosta. E ciò che mi piace è il modo in cui si rivela, con così tanti scenari diversi e una tale varietà di spazi. Ha suite incredibili, più grandi di qualsiasi casa io abbia mai visto a Milano, ma ha anche tanti angoli segreti dove connettersi con la natura, come il cerchio di magnolie accanto al roseto, che è il luogo perfetto per le sessioni di yoga mattutine, oppure il pontile appartato sul lago dove amo scivolare in acqua e meditare.

La serra dietro alla zona piscina risale al XIX secolo. Era stata conservata abbastanza bene, ma durante il restauro della villa e del parco era diventata il magazzino dei giardinieri, piena di carriole e sacchi di fertilizzante; quindi, ci voleva un po' di fantasia per immaginarla trasformata. La cosa divertente è che ora è un ambiente conviviale, fresco d’estate e caldo d’inverno: volevo che fosse uno “spazio di gioia”, un ambiente leggero e luminoso che facesse sentire le persone davvero bene. E come ogni cosa a Passalacqua, è tutta una questione di dettagli. Non si tratta solo del modo in cui progetti uno spazio, ma anche della maniera in cui ti prendi cura di un'esperienza.